Scrisse Marcel Proust che “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre ma nell’avere nuovi occhi”. Diventare mamma viaggiatrice mi ha fatto comprendere appieno il senso di questa affermazione.
Mi ritrovo a scrivere queste righe dopo qualche mese dal mio ultimo articolo sul blog. E lo faccio, in via del tutto eccezionale, con un post molto personale.
Chi mi segue dall’inizio della mia avventura da blogger sa quanto io sia riservata. Amo stare dietro la fotocamera e lasciare che i miei racconti di attimi e sensazioni, di incontri e luoghi, parlino per me e, indirettamente, del mio modo di assaporare il mondo.
Questa volta ho deciso di raccontarvi di me. Di aprirvi il mio cuore come non ho mai fatto prima.
La mia Vittoria
Il 19 aprile 2021 è iniziato il mio viaggio più entusiasmante. È nata Vittoria, la più grande vittoria mia e di Livio, e quello stesso giorno sono nata anch’io come mamma.
Da allora, ogni volta che rido ai suoi sorrisi e mi perdo nei suoi occhi color del cielo, scopro una nuova me. E riscopro il mondo.
Da viaggiatrice intenta a scovare orizzonti inediti sono diventata viaggiatrice del quotidiano: ogni giorno è una scoperta, ogni meta una sfida, ogni domanda un sentiero da scegliere in un bosco fitto di “se”, “ma”, “perché”.
Se prima che arrivasse Vittoria andavo continuamente in cerca di mete curiose e di frontiere da oltrepassare, da qualche mese a questa parte viaggio a piccoli passi con la mia bambina ed esploro insieme a lei il mondo con occhi nuovi.
Un viaggio dei sensi
La maternità è un viaggio sorprendente che comincia non appena si scopre di essere in dolce attesa. Eppure a me non sono bastati nove mesi per prepararmi al momento in cui è nata Vittoria.
Durante la gravidanza ho fantasticato spesso sul momento in cui ci saremmo incontrate per la prima volta, immaginando prima il dolore – inevitabile ma galvanizzante – poi la felicità.
Com’è andata? Il parto è stato ben più di questo. È stato un viaggio dei sensi, una parentesi estatica in cui l’istinto animale ha avuto la meglio su ragione e sentimenti.
Di quelle ore ho ben impressi certi attimi, mentre altri conservano i profili indistinti di un’ombra. Ripensandoci, ero protetta entro i confini di una bolla fuori dal tempo, oltre lo spazio. Sentivo le voci, ma ovattate, avvertivo le carezze, ma lontane, percepivo i movimenti, ma nebulosi.
In quella bolla mi nutrivo di una solitudine che non era abbandono ma concentrazione. Non avevo contezza che del mio respiro e delle contrazioni sempre più forti, sempre più frequenti, in un’onda di spasmi da cui non si può fuggire.
Attimi intensi, brutali e poi, finalmente, il primo vagito. Ricordo una calma esaltante, nessuna lacrima. I miei occhi in cerca dei suoi, la mia pelle in cerca della sua. Io e Vittoria ci siamo annusate, assaggiate e poi fuse in un abbraccio che mi ha colmato di beatitudine.
Nati per viaggiare
Ma il parto, a ben vedere, è anche il primo grande viaggio che mia figlia – e così ciascuno di noi – ha intrapreso lasciando il ventre materno.
Nove mesi di dondolio, al sicuro da tutto e da tutti, immersi in una tenue oscurità e poi, d’improvviso, ci troviamo catapultati in un mondo di aria e luci taglienti mentre qualcuno esulta: “È nato/a!”.
Dopo mesi di capriole e quiete, questo primo viaggio ci coglie impreparati, ci lascia sgomenti, ci fa esplodere in un pianto di angoscia o, chissà, di felicità per la straordinarietà dell’esperienza.
Siamo nati viaggiando. Siamo nati per viaggiare.
Ed io non vedo l’ora di diventare mamma viaggiatrice a tutti gli effetti, accompagnando Vittoria nelle sue scoperte di ogni giorno. Non vedo l’ora di farle conoscere la fortuna che abbiamo di muoverci liberamente, con consapevolezza e spensieratezza. Animo curioso e mente aperta, sempre.
Rossella
Anzitutto congratulazioni a te e Benvenuta Vittoria! Condivido le tue riflessioni: nasciamo viaggiando e, se poi si hanno genitori che amano i viaggi, questi fanno parte del nostro DNA. Viaggiare con i bambini è ancora più bello: con i loro occhi osserviamo ciò che, da adulti, non avremmo magari neanche visto. Ogni piccolo particolare è stupore.
Takeanyway
Grazie di cuore Rossella! Hai proprio ragione, ogni viaggiatore dovrebbe conservare la curiosità e la meraviglia con cui i bimbi si affacciano al mondo. Io non vedo l’ora di “tornare bambina” viaggiando con Vittoria ❤️
patty_unanimainviaggio
Concordo che la maternità sia davvero il viaggio più bello, anch’io ho scritto un articolo intitolandolo proprio così, dopo poco che ho aperto il mio blog dove parlo di viaggi nel mondo e .. di altri viaggi. Mia figlia all’epoca aveva già 13 anni.
Leggo con nostalgia le tue parole, vorrei rivivere tanti momenti, scoperte, viagg,i vissuti con lei e in famiglia, ma non è possibile.. resta soltanto quello che tramite loro, momenti, scoperte, viaggi, abbiamo costruito, quell’ essere umano diverso da noi e con parte di noi che sta imparando a viaggiare nel mondo per conto suo, tramite quello che ha imparato e attraverso le sue risorse..
Auguro a te e alla tua nuova famiglia fantastici viaggi nel mondo e non solo.
Takeanyway
Che augurio magnifico, grazie! Mi impegnerò a vivere ogni viaggio (e ogni attimo) da mamma con intensità, consapevolezza ed entusiasmo, per conservare di questi mesi e anni ricordi indelebili ❤️
Arianna - Il Filo di Ariadne
Avere una famiglia appassionata di viaggi è una fortuna! I miei mi hannos sempre portata per il mondo e che ricordi ho, oltre ad aver visto tante culture e abitudini, cose che aiutano a destreggiarsi nel mondo odierno!
Takeanyway
Che bellezza! Sono convinta anch’io che il viaggio, sin da piccolissimi, sia una palestra di vita importantissima e una grande occasione di confronto e scoperta.
Claudia
Molto bello questo tuo articolo. Io sono mamma da 2 anni e qualche mese e ogni giorno è un’avventura, una scoperta, un viaggio incredibile assieme a mio figlio!
Takeanyway
Una vita ai cento all’ora ma colma di amore e stupore! 🤗