Dal passato che torna in vita tra le vie di Den Gamle By, al futuro che prende forma in riva al Baltico, Aarhus in Danimarca offre un viaggio nel tempo strabiliante. In questo post ti racconterò ciò che più ho amato di Aarhus o Århus (si legge “Orus”), città di mare nello Jutland centrale.
Nessuna pretesa di completezza: non troverai la “guida definitiva su cosa vedere”, ma le suggestioni che animano questa città e le peculiarità che la rendono diversa da ogni altra, in Danimarca e non solo.
Al fondo troverai alcuni consigli pratici per organizzare il tuo viaggio a Aarhus.
Den Gamle By, dove (ri)vivere la storia
Se dico “museo”, cosa ti viene in mente? A me teche illuminate, collezioni più o meno polverose, spiegazioni da decifrare su targhe e pannelli, percorsi obbligati in spazi chiusi. Succede anche a te, vero?
Difficilmente ci verrebbero in mente vie che si snodano tra botteghe e officine, mai penseremmo a specchi d’acqua, a mulini, orti e giardini, tantomeno a mercanti, stallieri e domestiche in attività.
Invece, un museo così esiste. Si chiama Den Gamle By (letteralmente “La città vecchia”) e si trova a due passi dalle vie centrali di Aarhus.

È un museo a cielo aperto che riporta alla luce una città del passato, anzi di diversi passati; racconta, infatti, la cultura urbana danese in più quartieri, ambientati in diversi momenti storici.
In realtà, è ben più di un museo: il passato qui si annusa, si assaggia, si ascolta, si vive.
Varcate le porte di Den Gamle By, entriamo in un mondo parallelo, che ci catapulta nella storia e ce la fa vivere da co-protagonisti, fianco a fianco con figuranti in costume.
Sono tre le epoche in cui stiamo per immergerci a Den Gamle By: 1974, 1927 e 1864. Recentemente il museo ha inaugurato un nuovo spazio, datato 2014, per raccontare anche uno spaccato di vita contemporanea.
Un tuffo nel passato più recente a Den Gamle By
Eccoci nel quartiere del 1974 a passeggiare lungo Sønderbrogade, via pavimentata su cui affacciano negozi e locali, dove le vetrine ci invitano a sostare e ci rapiscono i colori accesi dei manifesti pubblicitari e dei vinili.
Gironzoliamo fra il negozio di radio e il minimarket, il laboratorio dell’idraulico e quello del falegname, il macellaio e il negozio di vernici e carte da parati.
Nel cortile di un palazzo in mattoni, adocchiamo un maggiolino Volkswagen di un tenue azzurro cielo, mentre penzolano i panni stesi alle finestre intelaiate di verde.
Negli appartamenti ritroviamo le geometrie, le forme e le tinte calde dell’epoca, le riviste, i telefoni e le radio d’antan, le pile di audiocassette, i televisori ingombranti, di quelli profondi con schermi piccoli.
Ogni ambiente rievoca un passato tanto vicino nel tempo quanto lontano nello spirito.
Un villaggio d’altri tempi a Den Gamle By
Pochi passi più in là, eccoci in un tempo più remoto. Nel 1927 ci confrontiamo con una città alle prese con gli agi e le sfide della modernità.
Ci sono i cavi telefonici, la concessionaria di automobili, la pompa di benzina, le strade lastricate bordate da sottili marciapiedi salva-pedoni, l’officina di riparazione per auto e biciclette.
E poi il birrificio, la libreria, il ferramenta in cui trovare le cose più disparate, dai chiodi alle stoviglie.
Senza avvertirci, il passato riavvolge il nastro di altri sessant’anni: basta una svolta per ritrovarci nello spazio antico di Den Gamle By, datato 1864, il più vasto dell’intero museo.
Camminiamo sui ciottoli sconnessi di Torvet, la piazza con la fontana; ammiriamo la villa del Direttore della Zecca, scrutiamo la casa del Sindaco e quella del mercante, le vetrine della panetteria-pasticceria, la tipografia, l’incisore e il rilegatore, il tintore, il farmacista, il sarto, il cappellaio, il calzolaio e il modellatore di candele.
Respiriamo la leggerezza e la fatica, tanto eteree quanto tangibili.
Ci godiamo il via vai in riva al laghetto, l’acqua che muove il mulino, le oche libere in strada, la carrozza a riposo, gli alberi delle farfalle che fanno il solletico alle case; e poi le mensole ricolme di porcellane blu e bianche in cucina, le caramelle nei barattoli di vetro sul bancone della bottega, i cappelli elegantemente confezionati in vetrina.
Den Gamle By è un concentrato incredibile di hygge. Cos’è la hygge? Un concetto meraviglioso (e intraducibile) che riassume lo stile di vita e le atmosfere più amate dai danesi: te ne parlerò prestissimo in un nuovo post.
L’unicità di Den Gamle By
A sorprendermi più di ogni altra cosa a Den Gamle By sono le decine di edifici storici autentici, perlopiù “a graticcio”, ossia con i muri intelaiati di travi scure, provenienti da diverse località del Paese.
Originari del Cinque-Sei-Sette-Ottocento, sono stati smantellati, trasportati fin qui e ricostruiti per dar vita alle ambientazioni del 1864 e del 1927: un’impresa più unica che rara.
Molti di questi edifici, arredati nello stile del loro tempo, sono visitabili; ci sono case e botteghe in cui si possono fare veri acquisti. Ci sono le aree adibite ai pic-nic, i chioschi e il ristorante in cui provare piatti locali, ispirati ai libri di cucina storici.
C’è chi vende dolciumi, chi saponi, chi libri, c’è chi cura l’orto, chi si dà da fare in cucina, chi passeggia con cesti intrecciati, chi sistema in vetrina le torte, realizzate secondo antiche ricette e pronte da gustare (per davvero). E tutti, contadini, artigiani, donne di servizio e mercanti, sono pronti a scambiare due chiacchiere con i visitatori.
Quando sono stata a Den Gamle By ho trovato persino un piccolo negozio di Natale – dalla mappa aggiornata, però, non risulta più esserci – che proponeva decorazioni per l’albero ed esponeva antichi servizi da tavola a tema natalizio e vecchie edizioni del libro Peters Jul, il classico dei classici che ogni danese ha letto almeno una volta in tempo di Avvento. Da amante del Natale, non avrei potuto desiderare di meglio.
Ad Aarhus tra vie storiche e design avveniristico
Fuori da Den Gamle By, il passato riecheggia nei dintorni della cattedrale gotica, la Aarhus Domkirke, lungo Vestergade e soprattutto nella minuscola Møllestien, la via più cercata di Aarhus.

Cercata, sì, perché l’accesso, riservato a pedoni e ciclisti, è seminascosto dalle fronde degli alberi. A Møllestien l’asfalto lascia il posto ai ciottoli, i palazzi a casette colorate con i tetti in tegole che scivolano appena sopra le porte d’ingresso.
Mi ricorda il villaggio danese di Ærøskøbing, però qui le malvarose crescono più audaci, ombreggiano le finestre, celano gli ingressi. L’insieme è poetico ma poco curato.
Dal passato al futuro, il passo è breve a Aarhus. Di questa città ho amato anche il design avveniristico del quartiere residenziale sul mare: la zona portuale, detta Aarhus Ø, negli ultimi anni ha conosciuto un’importante riqualificazione.
Su tutti si impone Isbjerget (“iceberg” in danese): grandi superfici bianche, tetti appuntiti, bianchi pure loro, che precipitano a terra con diversi gradi di pendenza, balconi in vetro azzurro che emergono irregolari come schegge di un enorme iceberg.
Isbjerget è sensazionale, un complesso residenziale unico al mondo sulle rive del mar Baltico.
Passeggiamo tra i giardini curati ai piedi dei palazzi-iceberg, scendiamo le scalinate verso il mare per goderci lo spettacolo da un’altra prospettiva.
Scambio qualche battuta con una signora seduta su un terrazzino al primo piano. “È bellissima la sua casa”. “Grazie, lo è davvero”, mi dice con gli occhi che ridono. Chissà, poi, com’è vivere dentro un iceberg.
In viaggio a Aarhus: consigli pratici
Se stai progettando un viaggio in Danimarca, non dimenticare di inserire nel tuo itinerario la visita a Den Gamle By a Aarhus. Eccoti qualche consiglio pratico.
Dedica a Den Gamle By almeno tre o quattro ore, ma potresti restarci una giornata intera senza scoprirne tutti gli angoli.
Il biglietto di ingresso è caro – variabile, nel 2025, da circa 18 a 26 euro a seconda della data prescelta – ma i minori di 18 anni non pagano: un vantaggio da considerare se viaggi in famiglia. Sul sito web ufficiale puoi acquistare online i biglietti: avrai un piccolo sconto e salterai la coda all’ingresso.
Den Gamle By è aperto ogni giorno dell’anno dalle 10 alle 17 (o 16, in base alla stagione), ma puoi fermarti anche oltre orario: chiudono gli edifici e non vedrai aggirarsi gli attori, ma gli spazi aperti restano percorribili, fascino intatto e quiete assicurata.
Altro consiglio: porta con te l’occorrente per un pic-nic e sfrutta una delle aree dedicate per pranzare all’interno di Den Gamle By senza spendere una fortuna.
Se, invece, preferisci pranzare fuori, ti suggerisco, ad appena 20 minuti a piedi da Den Gamle By, l’Aarhus Street Food, informale, gustoso ed economico rispetto agli standard danesi.

Farai tappa in un’area coperta senza fronzoli, con un’offerta vastissima di specialità, dal Messico all’Italia, dal Nepal al Libano, dal Giappone alla Grecia. Io sono volata in Thailandia con un ottimo pad thai (e una birra danese).
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